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  1. #1
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    Predefinito [III PL] UOMO e MERCATO: una sintesi di R. Schuman

    Carissimi,
    prima di entrare nel vivo del thread alcune premesse.
    Quanto segue nasce da alcune conversazioni avute con il carissimo Robert Schuman. L'idea era di proporre qualcosa per migliorare lo statuto di PL specie nella sua prima parte quella che riguarda i valori fondamentali del moderno liberismo.

    Ciò che ne è uscito, per opera di Robert stesso, è un vero e proprio testo di sintesi, che merita di essere letto, commentato e approfondito tra le brillanti menti di questo forum.

    Con l'occasione del III congresso di PL, il direttivo ha quindi pensato di aprire una discussione complementare e parallela al congresso stesso, un punto di incontro tra tutti coloro che hanno interesse ad approfondire certe tematiche culturali liberiste.

    Lo scopo è quindi duplice: creare interesse intorno al congresso di PL, ma anche rilanciare il sotto-forum "liberalismo" come luogo naturale di incontro di menti liberali.

    Aggiungo che la partecipazione (a differenza del congresso dove esistono regole di accesso, per il semplice funzionamento dello stesso) è libera a tutti coloro che sapientemente e pazientemente hanno da commentare a riguardo.

    Da ultimo, se dal caso, dopo qualche giorno, dovesse uscire una sorta di posizione comune da potere essere poi votata sotto forma di mozione nel thread congressuale tanto meglio.... (ovviamente non impegnativa per nessuno che dovesse commentare in questo thread).

    saluti a tutti e buona lettura


    ps: se l'esperimento funziona ci sono in cantiere altre 3 tematiche che varrebbe la pena di approfondire durante il congresso o eventualmente oltre.

  2. #2
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    Predefinito

    eccoci dunque allo scritto

    Uomo e Mercato per un Progetto Liberale

    Atomos, così il filosofo greco Democrito chiamava la particella fondamentale dell’Universo: tutto si forma dall’aggregazione degli atomi, parti ultime, indivisibili, indipendenti della realtà.
    Come l’atomo democriteo, l’individuo è parte fondante della comunità sociale di cui fa parte: la nostra visione di società è scevra da ogni tendenza massificante, non crediamo all’uomo-massa; ogni individuo è un microcosmo a sé stante, permanente conferma del principio newtoniano di esser per sé del particolare, particella fondamentale, non oggetto ma soggetto costituente, plasmante la società civile.
    L’individuo come microcosmo attivo, – perché no – demiurgo della società in cui vive e con cui si relaziona senza tuttavia perdere la propria individualità: esso si relaziona spontaneamente con la società in cui vive senza per questo esserne assorbito. Le modalità con cui si relaziona con la comunità di cui fa parte e il ruolo stesso che ricopre nei suoi confronti sono oggetto di dibattito da secoli, un dibattito vecchio praticamente quanto la società civile stessa.
    Non potendo, e non volendo poiché non è questo l’obiettivo che ci siamo prefissi in questo breve scritto, ricostruire ed entrare nel merito di tale dibattito, ci limiteremo a ricordare le due tendenze di maggior rilievo che si scontrano su questa difficile questione: la concezione organicistica di società e quella liberale. Con una estrema sintesi si può affermare che la prima posizione (che fu sostenuta, tra gli altri, da Rousseau) nega il concetto newtoniano già citato secondo il quale il particolare ha preminenza sul tutto; l’organicismo sostiene quindi che la società sia un sistema di relazioni logicamente precedenti l’individuo che non può prescindere da essa, venendone inevitabilmente influenzato. L’organicismo si contrappose a quella concezione nata con la rivoluzione scientifica e traslato nel pensiero politico da Locke ed Hobbes. Con il metodo scientifico galileiano e con Newton, si giunse a determinare il metodo analitico, attraverso il quale si iniziò ad analizzare isolatamente ogni aspetto della Natura: con i due filosofi inglesi la rivoluzionaria concezione analitica della Natura venne applicata allo studio della società. L’individuo, l’atomos della società, tornò ad esserne elemento dominante e plasmante, da cui è la società stessa a dipendere e non viceversa. Questa concezione è alla base della visione liberale della società.
    Per quanto l’individuo sia elemento fondante e fondamentale della società, esso difficilmente se ne può isolare, prescindendo dalla vita sociale che è aspetto fondamentale della sua stessa natura di essere intelligente ed atto alla relazione con i suoi simili: la definizione aristotelica dell’essere umano come animale politico è sempre valida.
    Dunque la società sussiste in funzione dell’individuo, ma l’individuo stesso pur essendone fattore plasmante e fondamentale, difficilmente può sussistere a prescindere da essa.

    L’Uomo è per natura spinto ad interagire con la comunità di cui fa parte ed in questo ambito sorge un’ulteriore questione di importanza capitale: le modalità con cui egli si relaziona con la società civile.
    A questo interrogativo, rispondiamo con l’affermare che base della società è il mercato. Per quanto questa affermazione sia del tutto applicabile all’ambito economico, è sulle sue implicazioni politiche e sociali che ci vogliamo soffermare. Per mercato, in questa occasione, non si intende lo scambio o la compravendita di beni materiali, ma quello di patrimoni culturali, intellettuali e politici. L’individuo portato, come si è già detto, per natura a relazionarsi con la società di cui fa parte, ha la necessità di relazionarsi agli altri individui che ne condividono l’appartenenza alla comunità da loro costituita: esso ha quindi un impulso naturale a comunicare e trasmettere il proprio patrimonio culturale, ideale e politico che viene inevitabilmente condizionato da quelli degli altri individui che a loro volta li mettono a disposizione della società.
    Con la crisi e la fine dell’assolutismo e l’affermazione del moderno concetto di democrazia in seguito alle grandi rivoluzioni liberali dei secoli XVIII e XIX, il “mercato delle idee” si sviluppò vertiginosamente; basti pensare ai clubs della Francia rivoluzionaria, all’enorme numero di giornali che nacquero e si diffusero capillarmente in Francia come in tutti gli altri Paesi toccati dall’esperienza rivoluzionaria. Il concetto di mercato delle idee è intimamente, anzi, indissolubilmente legato al concetto di democrazia: quanto più in un Paese vi sono spazi di confronto e di dibattito tra i cittadini, tanto più esso può essere considerato un Paese democratico. La democrazia porta necessariamente con sé il mercato delle idee ma, allo stesso modo, il confronto ed il dibattito tra individui porta necessariamente alla democratizzazione del Paese in cui si diffonde (basti pensare alle modalità con cui il sistema sovietico si dissolse).
    Il cosiddetto mercato delle idee, il confronto politico, individuale o collettivo che sia, ha quindi due conseguenze fondamentali: il costante arricchimento ideale e culturale dell’individuo che ne viene influenzato e che a sua volta è messo in condizione di concorrere al progresso sociale e l’ampliamento costante degli spazi democratici o, in casi particolari, la loro stessa nascita. Elementi basilari per garantire la giusta applicazione di questo tipo di mercato, sono l’accessibilità agli mezzi di comunicazione da parte di ogni individuo e l’impossibilità per un gruppo di individui e, soprattutto, per lo Stato di poter conseguire l’esclusiva proprietà di tali mezzi: in caso contrario si giungerebbe alla negazione del concetto stesso di democrazia liberale ed alla affermazione del concetto totalitario di controllo del dibattito politico: la negazione del mercato delle idee è la negazione della democrazia stessa.

    La concezione di individuo come elemento plasmante la società è alla base della moderna democrazia liberale: il mezzo attraverso il quale esso esplica la propria funzione sociale è il mercato delle idee logica conseguenza, ma al tempo stesso causa, della società democratica.


    R. Schuman

  3. #3
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    E' mia intenzione recare i più vivi complimenti all'autore di questa splendida sintesi, che condivido fortissimamente; e nel sottoscrivere da Presidente la proposta di di ulteriori discussioni sul punto, anche con altri contributi "III PL" annuncio la preparazione da parte mia di una discussione tematica in forma di saggio sulla Libertà della Ricerca Scientifica ed il suo ruolo nel mercato delle idee.

    "Liberalismo e certezza scientifica, un contributo a PL"

    ---------------------------- fine trailer --------------------------------------

    Andando più nel dettaglio della sintesi trovo un unico rilievo da porre, al punto "Elementi basilari per garantire la giusta applicazione di questo tipo di mercato, sono l’accessibilità agli mezzi di comunicazione da parte di ogni individuo e l’impossibilità per un gruppo di individui e, soprattutto, per lo Stato di poter conseguire l’esclusiva proprietà di tali mezzi"

    a parte un refuso "agli".. c'è da fare una notazione di tipo economicistico: l'accessibilità ai mezzi di comunicazione per ogni uomo non va intesa come "diritto" dell'uomo ad avere "cartiere, giornali, microfono e spazio per parlare pari agli altri" [costruzione giuridica tentata solo nella Cost. Urss, e miseramente fallita], semplicemente perchè, in ossequio al principio di scarsità, tale allocazione sarebbe non di mercato, conseguentemente inefficiente e come tale letale per lo stesso mercato delle idee.

    Come liberali ovviamente tutti condividiamo tale tipo di osservazione, ci puo' sembrare anche capziosa, ma ad un profano della terminologia liberale classica la mozione potrebbe apparire oscura o perfino fuorviante sul punto. Tralasciando la discussione circa i fallimenti di mercato (giudicati da alcuni "esistenti solo come conseguenze dello Stato" e da altri giudicati "esistenti fattualmente ma logicamente inconcepibili come 'fallimenti' a causa della semplice inevitabilità di essi anche in presenza di stato e di interventi", da altri ancora semplicemente confutati e denegati), che sarebbe troppo aperta per preservare la sinteticità, penso che una riformulazione del punto gioverebbe comunque:

    Elementi basilari per garantire la giusta applicazione il buon funzionamento di questo tipo settore di mercato, sono l’accessibilità l'agibilità agli mezzi legittima dell'utilizzo di ogni mezzo di comunicazione posseduto da parte di ogni individuo e la preservazione dell’impossibilità per un gruppo di individui e, soprattutto, per lo Stato di poter conseguire l’esclusiva proprietà di tali mezzi*

    [*in regime di mercato libero, inteso in senso classico, l'impossibilità è già "data" alla luce del diritto di ognuno di "farsi una impresa" e "non venderla" possedendo conseguentemente già lo strumento di rottura della condizione di esclusività, in ciò il pezzo risulterebbe tautologico]

    fatte le millimetriche correzioni è un capolavoro


    p.s. Rudy sei di un efficienza e di un attivismo incredibili, ma sei sicuro di far parte dello stesso partito di Liberal_ e Liberale=??
    _
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  4. #4
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    Ringrazio innanzitutto Rudy per la sua solerzia

    Ritengo poi assolutamente giusta la correzione di Ronnie, il passo nella versione da me scritta era effettivamente poco chiaro (stendendo un velo pietoso sull'errore grammaticale, davvero degno di una bestia). Sono molto contento del fatto che l'abbiate apprezzata, pur non essendo assolutamente nulla di che.

  5. #5
    Fiamma dell'Occidente
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    Sapete perchè è utile questa cosa? perchè non occorre essere libertari esperti di scuola austriaca di economia e di liberismo laissez faire per poterla capire. La capisce anche un ragazzo, e cazzo PL DI QUESTE COSE HA BISOGNO, perchè il dramma dei liberali è l'elitismo, dobbiamo sapere essere DI MASSA per fare sfondamenti.

    La NFD non è un partito di ignoranti ma parla anche per gli ignoranti, e la votano, dobbiamo essere partito di SAGGI che pero' san parlare come mangiano. [con ciò intendendo la semplicità, non la rozzezza, anche perchè io mangio in modo educato e PL deve essere a mia immagine e somiglianza .... ok sto zitto ora]
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    Citazione Originariamente Scritto da Ronnie Visualizza Messaggio
    Sapete perchè è utile questa cosa? perchè non occorre essere libertari esperti di scuola austriaca di economia e di liberismo laissez faire per poterla capire. La capisce anche un ragazzo, e cazzo PL DI QUESTE COSE HA BISOGNO, perchè il dramma dei liberali è l'elitismo, dobbiamo sapere essere DI MASSA per fare sfondamenti.

    La NFD non è un partito di ignoranti ma parla anche per gli ignoranti, e la votano, dobbiamo essere partito di SAGGI che pero' san parlare come mangiano. [con ciò intendendo la semplicità, non la rozzezza, anche perchè io mangio in modo educato e PL deve essere a mia immagine e somiglianza .... ok sto zitto ora]
    [OT]
    infatti questa era una delle mie idee.. il liberismo, specie coi tempi che corrono, deve essere alla portata di tante piu' persone possibile, da qualsiasi background esse provengano.. io stesso sono entrato in POL e poi PL per allargare i miei interessi e le mie conoscenze.
    Cio' detto appena riesco a raggiungere marsa feff, gli chiedo se ha finito il suo scritto circa Identita' , Immigrazione e Autonomia... (cosa che a PL serve fortemente)

    Ora sappiamo che Ronnie sta preparando qualcosa circa la ricerca, io avevo gia' pensato circa l'educazione in generale e la struttura delle universita'.. volendo ci possiamo coordinare e mettere tutto assieme...

    Per concludere il panorama delle mie idee, mi piacerebbe aprira un ultima discussione, che potrebbe andare anche al di la' del congresso.. su un tema che dovrebbe essere centrale di ogni movimento democratico-liberale.. l'economia... il motivo? come giustamente detto da Robert... GLI ANIMAL SPIRITS... cercando di coinvolgere piu' persone possibile attive in economia... personalmente mi interessa relativamente sentire il parere di chi sta prendendo un dottorato in economia alla LSE se si mette a parlare di teoria dei giochi et similia (per quanto io le studi e le capisca) .. quanto piuttosto chi con gli animal spirits ci vive tutti i giorni.. ci sono un sacco di persone in POL che hanno fatto scelte di vita, buttandosi in nuovi mercati delle idee e delle opportunita'.. sarebbe interessante sentire la loro testimonianza..


    [Fine OT]

    caro Robert a breve la mia recensione, un punto era gia' quello sopra evidenziato da Ronnie... in attesa confermo la mia ammirazione per il grande esercizio di sintesi proposto...

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da Ronnie Visualizza Messaggio
    Elementi basilari per garantire la giusta applicazione il buon funzionamento di questo tipo settore di mercato, sono l’accessibilità l'agibilità agli mezzi legittima dell'utilizzo di ogni mezzo di comunicazione posseduto da parte di ogni individuo e la preservazione dell’impossibilità per un gruppo di individui e, soprattutto, per lo Stato di poter conseguire l’esclusiva proprietà di tali mezzi*
    Per favore, spiegate la frase riportata in grassetto.
    «Non ti fidar di me se il cuor ti manca».

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  8. #8
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    Il presidente Ronnie vuole dire, secondo me, ma chiarira' di certo lui in seguito, che deve essere vietato allo stato di avvalersi della proprieta' di tali mezzi.
    se devo dire la mia caro defender io la metterei tra parentesi, se, come pare chiaro, dal complesso dello scritto, la proprieta' e accessibilita' viene data al singolo mi pare scontato che si escluda il monopolio dispensatore dello Stato. Anche per una questione di estetica (R. Schuman, non so quanto volontariamente non hai nominato la parola Stato in tutto lo scritto fuori che in questo paragrafo) eliminerai tutti i riferimenti allo stesso... ben sapendo come la pensiamo noi liberali a riguardo.
    Come riformuleresti quel paragrafo a riguardo?

    C'e' poi la questione sui " gruppi di individui" nel merito del quale aspetto anche io chiarificazioni da Ronnie.

  9. #9
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    [*in regime di mercato libero, inteso in senso classico, l'impossibilità è già "data" alla luce del diritto di ognuno di "farsi una impresa" e "non venderla" possedendo conseguentemente già lo strumento di rottura della condizione di esclusività, in ciò il pezzo risulterebbe tautologico]
    significa preservare il diritto a comprare e vendere, o non farlo, dunque escludere in toto previsioni di legge che prevedano invendibilità o incomprabilità ---> i.e. ESCLUSIVITA'

    con ciò intendiamo

    - frequenze, libere anzichè "vendute" dallo Stato e "riservate" così che nessuno possa comprarsele *

    - proprietà pubblica dei mezzi di informazione, ovviamente inconcepibile qualsiasi proprietà di un media da parte di un qualsiasi governo. PARIMENTI le requisizioni di spazi televisivi o i prezzi di legge per le proprie comunicazioni.

    [* "comprare" una frequenza -bene non tesaurizzabile bloccabile da altri- è imporre un segnale ad alto potere che interferisca prevalendo su tutti gli altri nella stessa frequenza e rendendola inusabile E/O pagare i concorrenti perchè smettano di trasmettere su quella frequenza in quel settore di atmosfera terrestre, o in tutto mondo se parliamo di satelliti ripetitori, e dunque poter abbassare la potenza della propria stazione senza vedere in ciò danni da interferenza o impossibilità di trasmettere per la presenza di programmi altrui. E' un elementare esempio di "mercato DELLE esternalità"]
    _
    P R I M O_M I N I S T R O_D I _P O L
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    Presidente di Progetto Liberale

  10. #10
    Pasdar
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    Ok, lo sospettavo.
    Purtroppo Hobbes convince mille volte più di Locke, in certi casi.
    «Non ti fidar di me se il cuor ti manca».

    Identità; Comunità; Partecipazione.

 

 
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